Occasione mancata o un primo passo?
Dopo tante invocazioni anche l’Italia si è dotata di un “Piano nazionale della sicurezza sul lavoro”.
Infatti, il 17 dicembre 2024 il Ministero del Lavoro ha licenziato un proprio Decreto Ministeriale (DM 195) con un titolo impegnativo : “Piano Integrato per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” e con un sottotitolo condivisibile: “Per un’Italia più giusta e sicura”.(https://www.lavoro.gov.it/stampa-e-media/multimedia/piano-integrato-la-salute-e-la-sicurezza-nei-luoghi-di-lavoro.)
Le 30 pagine di questo Piano, immediatamente esecutivo, a nostro avviso, sono un primo passo apprezzabile, ma certamente non esaustivo, vista l’assenza di cambiamenti strutturali che, auspichiamo, possano essere programmati presto, visto che la durata è di solo anno: dal 1 gennaio al 31 dicembre del 2025.
Di positivo c’è sicuramente che viene riconosciuto il ruolo principale dell’Inail quale soggetto che, nel Piano, viene chiamato in causa per almeno l’80% delle attività previste.
Attività che, comunque, quell’Ente già svolge da tempo.
Certo, c’è anche la funzione a supporto per la vigilanza, da parte dell’INL ed è previsto un fondamentale utilizzo dei dati in possesso di Inail (es. “Flussi informativi”) per superare l’empasse congenita del Sistema Informativo Nazionale della Prevenzione SINP, ex art. 8 d.lgs 9 aprile 2008, n. 81. Finalmente!
Ma non vogliamo commentare le cose che il Piano declina, lasciando ad ognuno la sua lettura.
Riteniamo più utile mettere in evidenza le cose che, a nostro parere, mancano.
Innanzitutto manca una visione di come cambiare le cose strutturalmente e mancano i dati. Con quali risorse per esempio si prevedono piani straordinari di vigilanza? Cosa cambia davvero rispetto a una situazione che è già gestita dal Ministero del Lavoro, dalle Regioni (assenti nel Piano), da Inail e Inl? Sostanzialmente nulla! Di soluzioni valide proposte in giro ve ne sono poche e sono solo quelle che hanno il coraggio di uscire dalle solite litanie. (https://sindacatofast.it/?q=node/82159)
Invece di un Piano annuale imbastito sull’esistente o poco più perché non pensare a un Piano straordinario di emergenza nazionale?
Per fare cosa?
Beh, per esempio per rendere obbligatoria l’adozione dei Modelli di Organizzazione e Gestione MOG-SGSL dell’art. 30 della 81/08.. Per assumere molti ispettori in più, ma anche per creare strutture non solo ispettive, ma veramente impostate alla consulenza preventiva alle aziende. Per rendere omogenea e coordinata la vigilanza ispettiva dell’articolo 13 del Testo Unico.
Come? Con un’unica Agenzia nazionale della sicurezza (incardinata nell’Inail e che assorba l’INL). Con quali risorse? Con una quota fissa proveniente dall’avanzo multimiliardario che ogni anno l’Inail realizza.
L’Italia paga il 6,3% di Pil ogni anno (circa 100 miliardi) per i costi diretti e indiretti degli infortuni e delle malattie professionali. Un miliardo all’anno di investimento per un’Agenzia che prenda di petto il problema varrebbe molto di più di pannicelli caldi come questo Piano o la Patente a crediti.
GIOVANNI LUCIANO