• 8 Aprile 2025

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CHIAMATA ALLE ARMI PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

DiRedazione

Apr 6, 2025 #GUERRA, #INL

Viviamo tempi che non ci saremmo mai aspettati. Alle carneficine in Ucraina e sulla striscia di Gaza, senza dimenticare i conflitti in diverse zone dell’Africa, si è aggiunta la guerra commerciale/finanziaria con l’introduzione dei dazi da parte degli USA. La riflessione che viene da fare è che, invece, solo una guerra andrebbe combattuta: quella per evitare più di mille morti all’anno sul lavoro e più di seicentomila infortuni. Una strage che stenta ad essere riconosciuta tale, visto che, oltre alle dichiarazioni e al cordoglio di rito da parte di tutti, nei fatti nulla cambia.

Guardando i contenuti nel recente Rapporto annuale dell’INL, presentato il 31 marzo scorso, appare chiaro quale sia una delle cause strutturali del problema che ci affligge. Basta leggere i numeri: 4985 ispettori nei ruoli INPS, INAIL  e INL, di cui 3160 ispettori civili  dell’INL e, tra di essi, solo 831 ispettori tecnici. Gli ispettori tecnici sono quelli che fanno verifiche sull’applicazione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Le aziende da ispezionare non sono meno di 3 milioni e duecentomila, però! Certo, si aggiungono anche le verifiche delle ASL, sui quali numeri non è dato sapere, ma tant’è, la probabilità di un accesso ispettivo in un’azienda è infinitesima .

Soprattutto, non esiste nei fatti una possibilità di richiesta di consulenza preventiva, che andrebbe prevista e supportata risolvendo la questione con un cambio di paradigma. Non basta certo quella data all’Inail dal D.lgs 81/2008 negli articoli 9 e 10, che, nei fatti è limitata e in pratica non appare consistente.  Quindi servono ispettori non più solo ufficiali di polizia giudiziaria ma anche tecnici che agiscano con consulenze mirate a richiesta preventiva delle imprese. Che problema ci sarebbe a fare due strutture specifiche: una ispettiva e una consulenziale? Solo uno, il numero basso di ispettori attualmente nei ruoli.

Tecnici che preferiscono la professione privata o presso grandi gruppi, perché molto meglio pagati e assunti senza troppe lungaggini e procedure concorsuali dal diciannovesimo secolo.   Da questa osservazione scaturisce la nostra idea che occorra un appello chiaro e forte ai tecnici per “arruolarsi” nei ranghi di un Polo unico della sicurezza. Una “chiamata alle armi” per laureati in discipline tecniche, quali ingegneria e architettura ad esempio, che possano essere reclutati senza le estenuanti lungaggini dei concorsi pubblici, vista la gravità del fenomeno da combattere, e pagati meglio di quanto lo siano adesso nei vari INL e INAIL o SPRESAL.

Servono tecnici per la vigilanza e per la consulenza a richiesta delle imprese, tecnici che oggi , preferiscono lavorare altrove, dove sono meglio pagati e trattati. Non ci vuole molto a capire che, riconoscendo la emergenza della situazione, si può immaginare di produrre una norma ad hoc per fare cambi strutturali utili. Tecnici da reclutare a migliaia. Il punto è che nessuno riconosce questa eccezionalità, almeno dalle parti del Parlamento e del Governo. Sta a noi continuare a pungolare e proporre, anche con disegni di legge, laddove non ci fosse altra alternativa,  per arrivare a fare passi concreti in avanti. 

GIOVANNI LUCIANO