• 22 Dicembre 2024

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Progetto Worklimate. Per evitare di morire di caldo sul lavoro.

Chiediamo scusa per il titolo un po’ sopra le righe dell’articolo ma il tema merita tutta l’attenzione. Parliamo di un progetto di ricerca prevenzionale sempre più attuale che ha sviluppato già analisi epidemiologiche per valutare l’impatto delle condizioni termiche estreme sull’incidenza degli infortuni nel mondo del lavoro in differenti ambiti occupazionali. Il lavoro è sviluppato in collaborazione tra INAIL, CNR, IBE (Istituto per la bioeconomia), due ASL della Regione Toscana, il Servizio Sanitario della Regione Lazio e il Consorzio LaMMA (Laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile).

Per quanto ci si occupi anche di freddo l’importanza di questo progetto di ricerca è certamente più collegato ai cambiamenti climatici perché si è già avuta evidenza delle ricadute negative sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sia per l’incremento delle temperature medie che delle sempre più frequenti ondate di calore. Lavorare nei campi o sulle impalcature con le temperature che si stanno registrando, espone a rischi inediti. Non solo, il mix di inquinamento atmosferico aumentato, l’interazione tra questo e l’esposizione a cancerogeni occupazionali, l’esposizione aumentata ai raggi del sole (radiazioni solari), l’esposizione agli allergeni sempre più frequenti, sono alla base dell’aumento dei rischi determinati dal climate change.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stimato che ci possa essere un aumento di 250.000 decessi ogni anno a causa di ciò nel ventennio 2030-2050. Ovviamente è di tutta evidenza come, rimanendo dalle nostre parti, l’Europa meridionale sia un territorio molto esposto.

Si sta lavorando molto su questi aspetti e il progetto WORKLIMATE ha già condotto due indagini via web (web surveys):

per indagare la percezione del caldo negli ambienti di lavoro da parte dei lavoratori;

per valutare l’impatto dello stress da caldo associato all’utilizzo di DPI per i lavoratori della sanità durante la prima ondata di Covid.

Sono stati effettuati test con giacche ventilate in camera climatica e sui luoghi di lavoro e monitoraggi meteo-climatici e comportamentali.

E’ stata anche redatta una utilissima guida informativa per la gestione del rischio caldo (in calce il link *) ma, la cosa più significativa è che di questi aspetti si possono trarre notizie, dati, informazione e seguire lo sviluppo di questo fondamentale progetto di prevenzione sulla sua home page www.worklimate.it

Davvero di ricerca se ne fa tanta in Italia ed è sempre utile fornire segnalazioni su dove andare a cercare.

In questo caso, come in molti altri, si trova davvero tanto per aiutare la prevenzione e una corretta valutazione e mitigazione del rischio.

Giovanni Luciano

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/catalogo-generale/pubbl-guida-infor-gest-rischio-caldo-work.html